Roberto Giannetti
Sono 34 anni che mi occupo di terapia e problemi legati alla vita in emigrazione. Non rimanere schiacciati dai problemi degli altri in effetti non è sempre facile. Ma è proprio dall’incontro di tante storie e dalla risonanza che queste generavano in me che ho potuto sviluppare il mio stile, quello che è di fatto il mio strumento di lavoro che metto a disposizione dei miei pazienti. Se devo tracciare alcune linee che caratterizzano la mia persona e il mio lavoro, diciamo un’identikit, vorrei mettere in evidenza questi punti:
- Sono fortunato perché è un lavoro che mi piace, che faccio con passione. Molti mi dicono che questa passione si sente e questo mi rende enormemente felice. Anche perché credo che la passione sia un elemento fondamentale anche per la guarigione.
- Il mio lavoro proviene dal cuore e parla al cuore. Al cuore, all’intelligenza del cuore, al cervello del cuore cioè a quella parte che è stata sempre ritenuta appannaggio delle arti umanistiche, della poesia, della letteratura, ma non della terapia. Invece ora le neuroscienze ci mostrano che le emozioni sono una parte importantissima della regolazione neurofisiologica e quindi dello star bene e quindi della guarigione.
- Nel mio modo di fare terapia, le emozioni stanno al centro. E’ un filone che fa parte della cosiddetta nuova medicina o terapia integrata delle emozioni. Le neuroscienze che qui da noi si stanno sviluppando molto, da una quindicina di anni aiutano a fare questo collegamento tra emozione, comportamento e struttura cerebrale che sottende lo star bene o lo star male.
- Cerco di dare e darmi spiegazioni che siano oggettivate, rispetto a quello che è qualcosa di piuttosto evanescente come lo sono le emozioni, l’energia, la coscienza, l’anima. Spiegazioni semplici che aiutino le persone a capire cose di se e del proprio funzionamento psichico. Spesso il disagio proviene proprio da emozioni che si bloccano e bloccano la comprensione.
- Nel mio lavoro ho sempre cercato di raccogliere delle tecniche innovative, perché incontrando persone che presentavano problematiche diverse, cercavo di rispondere a queste problematiche nel modo migliore di volta in volta. Non mi sono mai accontentato di usare le stesse tecniche per tutti i pazienti, questo non è sufficiente. E questo comportava di andare a studiare nuove cose, andare a cercare nuove tecniche perché la tecnica che va bene per una persona non è detto che sia ottimale per un’altra. Quindi in questa ricerca di terapie per così dire “su misura”, mi aprivo a nuovi filoni e cercavo l’innovazione.
- Ma devono essere anche tecniche efficaci. E mi sono sempre chiesto quali sono terapie efficaci, che diano dei risultati, che abbiano una validazione. Che io mi possa sentire sicuro di divulgare, di applicare, di trasmettere. Quindi: ricerca di prove di efficacia.
- Sintesi ed integrazione. Un’altra cosa che ho sempre cercato di fare è un lavoro di sintesi ed integrazione. Sono partito da modelli più tradizionali, quelli che ho studiato all’università, la psicologia sistemico-relazionale e la psicologia cognitivo-comportamentale. Poi ho studiato strumenti svariati, piu tecnici come il neurofeedback o il biofeedback, ma anche tecniche energetiche come il MET (Meridian Energie Technik o “Tapping”), l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, per il trattamento dei disturbi da stress post-traumatico), le visualizzazioni. Ed infine l’interesse per l’ipnoterapia e le neuroscienze. E poi in vecchiaia arriva la saggezza 😉ed ho cominciato a ricomporre il puzzle e far interagire i vari pezzi per creare il mio stile e farlo adattare di volta in volta alle necessità del paziente.
- Credo che la psicoterapia sia non solo cura ma soprattutto momento di crescita. E questa ha bisogno dei suoi tempi. Infatti spesso i miei pazienti venivano, mettevano a posto una tessera del puzzle e poi magari qualche tempo dopo tornavano a sistemare un altro pezzo, in un percorso che non è lineare e nemmeno circolare ma a spirale. Una volta emerso il disegno, cominciava il lavoro di rifinitura ed il mio ruolo cambiava. Diventavo un life-coach. Il mio compito era sempre di accompagnare ma questa volta più a distanza, aiutando a cercare di capire l’intero percorso, un significato che abbracciasse non più il singolo evento o la singola emozione da ricomporre ma il senso del proprio essere qui.
- Il mio lavoro è improntato alla speranza. Vivendo quotidianamente il cambiamento delle persone, posso testimoniare che il cambiamento è possibile e quando accade è in grado veramente di dare alle persone risultati che non immaginano. Dove c’è cambiamento c’è guarigione perché la guarigione passa sempre da un processo di trasformazione. E quando questo cambiamento si innesca, nemmeno io, che sono solo uno strumento per questo cambiamento, nemmeno io so dove porti.
Titolo in Italia
- Dottore in psicologia, iscritto all’albo degli psicologi e psicoterapeuti della regione Toscana
Titolo in Svizzera
- Eidgenössisch anerkannter Psychotherapeut (Psicoterapeuta riconosciuto a livello federale)
- Iscritto alla Federazione degli Psicologi e Psicoterapeuti Svizzeri (Föderation der Schweizer Psychologinnen und Psychologen, FSP), fino al 31.12.2021
- Iscritto all’Associazione degli Psicologi del Cantone di Zurigo (Kantonalverbandes der Zürcher Psychologinnen und Psychologen, ZüPP), fino al 31.12.2021
Lingue
- Italiano e tedesco
- Buona comprensione dello spagnolo